
Design da berlina, styling da coupè, la C-Xf è una concept che si fa ricordare. Colpisce col suo aspetto avvenieristico e poi seduce grazie all’eleganza dei suoi interni. Nell’abitacolo infatti non si sale, ma piuttosto si scende. Chi guida infatti si inserisce tra il volante a tre razze in lega e pelle e i sedili, in un’atmosfera sobria ma dettagliata.

La C-Xf insomma è molto comoda, soprattutto se si considera che la versione di serie disporrà di quasi 4 cm in più in altezza. Tra gli altri elementi che verranno riconfermati spiccano le forme originali a goccia delle superfici vetrate laterali, i montanti del tetto estremamente inclinati e le maniglie d’apertura delle porte a scomparsa.

Oltre a questa sono stati utilizzati anche inserti di legno di pioppo, trattato però con un particolare procedimento a fuoco che ne ha scurito il colore mettendone in evidenza le venature e rendendolo liscio e lucido come la seta.
La tonalità scura che predomina nell’abitacolo ha inoltre la funzione di mettere in risalto i comandi della trasmissione posti sul tunnel centrale, la fascia orizzontale della plancia e i tre elementi circolari prominenti degli strumenti, tutti autentici oggetti di design realizzati in alluminio.

Sul volante spiccano i due grandi bilancieri, studiati per cambiare nel più autentico stile sportivo, da gara. Tuttavia, chi preferisce rilassarsi alla guida può farlo con un semplice gesto, basta impostare il comando Drive direttamente dalla console dei comandi posta sul tunnel centrale.
In basso, tra pedali e poggiapiedi, si trova un autentico giacimento di alluminio, mentre la chiave di avviamento non è prevista e basta fare una leggera pressione su un piccolo pulsante rosso sul tunnel per accendere il motore.
La combinazione tra il potentissimo V8 da 420 cavalli abbinato ad una pressione un po’ maggiore del dovuto sul sensibilissimo pedale dell’acceleratore provoca, poi, un boato sorprendente. L’isolamento del motore di fatto è inesistente, mentre lo scarico sembra lavorare come una cassa di risonanza.

Così Jaguar cercherà di farsi perdonare per aver passato gli ultimi 25 anni a riproporre sempre le stesse linee.
