sabato 18 novembre 2006

LAMBORGHINI Miura

















A volte un’auto leggendaria può tornare a correre sull’asfalto dei tempi moderni. Questo è il caso della Lamborghini Miura, probabilmente la più amata supersportiva italiana.
Anche chi non ha assistito quarant’anni fa alla nascita di questo famoso modello, nato nell’autunno del 1965 (in occasione del “compianto” Salone di Torino), probabilmente ha sentito parlare di quell’auto leggendaria. Un’auto che è stata capace di dimostrare che costruire una vettura fatta per la strada di “tutti i giorni” e allo stesso tempo dotata delle specifiche tecniche di una vettura da competizione era possibile.



Un “ritorno al futuro” lo si vuole adesso con la nuova Miura Concept, la prima Lamborghini disegnata da Walter De’ Silva, il nuovo responsabile Stile della prestigiosa Casa automobilistica emiliana. Lo stile formale della nuova Miura, infatti, segue fedelmente quello della sua antenata, proponendo linee che restano pure e decisamente essenziali. Tanto essenziali che sono stati eliminati soltanto gli elementi ritenuti maggiormente superflui.
I ritocchi più significativi sono stati realizzati nella parte bassa della vettura. Nuovi studi aerodinamici, infatti, hanno portato all’elaborazione della linea sottostante alle fiancate.
Obiettivo del nuovo disegno? Assicurare la massima resistenza possibile.














Non grandi cambiamenti insomma. Chi guarda la vecchia Miura e la confronta poi con la nuova, probabilmente vedrà nella neonata Lamborghini la diretta e inevitabile discendente del mito. Nuovi gruppi ottici, ruote ed interni rinnovati, ma essenzialmente sempre la stessa emozione.

Delle differenze concrete però esistono, e si trovano innanzitutto nelle dimensioni. Infatti il nuovo modello è cresciuto:
4,59 metri di lunghezza (contro i 4,35 del passato),
1,99 m di larghezza (1,80 m)
e 1,20 m di altezza ( 1,07 m nell’originale).
Poi, il motore. Non più in posizione trasversale, ma longitudinale e con trazione integrale.

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